Le parole
che fuoriescono dalla fonte d’acqua
sono piccole gocce
disperse ma unite nella decisione
di erigere il castello della ribellione.
Non ci sarà più
un capo tribù,
folle e indelebile nei suoi propositi.
Ci abbracciamo solidali
noi sillabe quando veniamo prodotte
dal diaframma
e risaliamo
la gola
per venire risucchiate all’esterno.
Non c’è delirio
quando esplodiamo
con energia e quella creatività
di chi vede il mondo per la prima volta.
Incollate su carte
viaggiamo nell’aria
come pollini in primavera.
Siamo così:
il seme del cuore
si è mescolato all’intelligenza dello spirito.