Stanza degli ospiti

Raccolta Haiku_Centro Donna

Le poesie qui proposte sono alcune tra quelle nate all’interno di un project work realizzato nel settembre 2014 nell’ambito del Master in Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Padova, da Verusca Costenaro, corsista del Master e docente di Italiano a Stranieri nella vita.

Il project work ha preso la forma di un laboratorio di scrittura poetica rivolto a donne migranti della città di Mestre-Venezia, in possesso di una conoscenza della lingua italiana di livello compreso tra l’A2 e il B2.

La realizzazione del laboratorio è stata possibile grazie alla collaborazione con il Centro Donna, Servizio Cittadinanza delle donne e culture delle differenze del Comune di Venezia, che ha messo a disposizione i suoi spazi per 6 incontri nel mese di settembre 2014, ciascuno della durata di 2,5 ore.

Il Laboratorio non mirava soltanto a comporre  brevi componimenti poetici in lingua italiana seconda sotto forma di di haiku “liberi”, elaborati dalle partecipanti a partire da una serie di esperienze basate sui cinque sensi, quanto di permettere una riflessione sui vari usi della lingua italiana, oltre a quello “comunicativo-pragmatico”, sulla possibilità di “appropriarsi” della lingua italiana “altra” tramite l’uso personale, libero e originale offerto dalla scrittura poetica.

A conclusione del laboratorio, sono stati scritti un totale di 77 haiku liberi, i cui contenuti rispecchiano il più delle volte il vissuto delle corsiste, soprattutto la loro esperienza migratoria –  lo stato attuale di frequente smarrimento in una condizione di vita sospesa tra l’assenza di lavoro-ruolo e la ricerca di una occupazione-ruolo in una nuova realtà; il senso di solitudine in una società percepita spesso come poco ospitale e accogliente; il ricordo dei parenti, familiari e amici lasciati nel Paese d’origine; il dolore per la perdita di familiari senza aver avuto la possibilità di rivederli, ma anche la gioia e il senso trovati nell’intensità di alcune nuove esperienze vissute nel Paese accogliente, come la maternità o la nascita di nuove amicizie, o la dolcezza dei ricordi, che, per quanto legati al Paese “perduto”, riescono a tornare a galla con intensità sotto forme nuove e inaspettate, come per esempio nel momento in cui si annusano determinate spezie mentre si cucina.

Nel narrare tali sensazioni e ricordi in forma poetica, il laboratorio si è spesso trasformato in momento di condivisione e sostegno: per la maggioranza delle corsiste la lingua poetica si è rivelata una possibilità di auto-narrazione quasi terapeutica, in cui timori e preoccupazioni legate a contingenze di vita attuali hanno potuto esprimersi in forma positiva e mediate tramite la scrittura e la condivisione.

Un altro aspetto di interesse, è che le corsiste hanno avuto modo di riflettere sulla lingua seconda in un contesto sereno e non giudicante, in cui le scelte linguistiche venivano esaminate in gruppo, sotto la guida di un docente-facilitatore, all’interno di una cornice di pensiero in cui la poesia è divenuta atto di libertà personale “assoluta”, in cui erano le corsiste stesse a scardinare le certezze delle regole apprese nel loro percorso di studi, in maniera consapevole e sperimentale, decidendo ad esempio di mettere una virgola prima della congiunzione “e”, senza timore dell’errore commesso secondo i canoni della lingua italiana standard.

Come ha osservato una corsista a fine laboratorio, il corso “ha fatto venire voglia di scrivere, pensare in poesia, ha svegliato la importanza delle parole”, e, soprattutto” ora io lo so che sono capace di scrivere anche se non conosco bene la lingua italiana.”

 

Ana Paula è nata in Brasile, dove ha studiato scienze della comunicazione sociale. Vive a Mestre da un anno e mezzo.

Arrivo all’età di quaranta. Nuovi valori.
Spoglio l’anima. Sbroglio misteri.
Ricomincia la vita.

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Mente rumorosa. Fermati! Stai zitta!
Devo ascoltare nuovi suoni. Devo fare poesia. Gelosa!
Devo sentire solo te?

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Siamo tutte donne. Siamo di mondi diversi.
Proviamo nuovi suoni, sapori, paesaggio, profumi. Nei cuori tanti sogni.
Siamo uguali. Siamo diverse. Siamo amore. Siamo donne.

 

Aissatou è nata in Senegal,. Vive a Mestre dal 2012, dove ha preso la licenza media e fa la mamma a tempo pieno.

Lasciare per andare
cambiare per un sogno
e sperare e camminare.

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Nell’anima della natura.
Viaggiare tra silenzio e suoni.
Sentire il soffio della vita.

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Presente e assente.
Silenzio e vuoto.
Ma l’assente è presente.

 

Gabriela è nata in Romania, dove ha studiato fino al liceo. È a Mestre da quasi due anni.

Era autunno, pioveva con le foglie asciutte
Sotto l’ombrello,
solo io e i ricordi.

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Ho quasi dimenticato te, e da dove sono venuta.
Sono andata in una certa direzione
su una strada con il sole, rugiada e veleno.

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Petali bianchi, fiori di ciliegio cadevano
come zucchero,
una dolce vita.

 

Mahboobeh è nata in Iran, dove ha conseguito una laurea in statistica. È a Mestre dal 2012.

Tic tac tic tac secondi che vanno avanti.
Nel pensiero della vita che uno balla e un’altra guarda.
Annegare nella paura dell’amore che sta invecchiando e morendo.

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Apro un cassetto, non so cosa sto cercando. Sono disordinata.
Tu e tanti altri pensieri che dipendono da te.
Vivo proprio dentro il mio amore.

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Parrucchiere, preparare, smalto, acetone, stress.
Non ci posso credere, non voglio credere.
Lasciamo stare, la vita è andare, mi voglio sposare.

 

Kristina è nata in Lituania, dove ha conseguito un Master in filologia e letteratura lituana. Ha lavorato come professoressa e giornalista, e vive a Mestre dal 2012.

I pensieri ingabbiati
– i canarini fragili – la madre butta fuori dal nido
uno per uno – il grano bianco nel grembo della terra.

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I rovi hanno coperto i miei giorni
– le spose col velo fitto à jour
mi hanno avvolto nel bianco glamour – – –

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Le foglie per terra. I fogli bianchi.
Testimoni del vuoto e della pienezza. Innocenti.
Siamo solo i passanti.

 

Yalda è nata in Iran, e vive a Mestre dal 2008. Ha studiato architettura, di cui si occupa tuttora.

Non vedo niente, e sento il respiro che si ripete.
Non sento niente, e vedo l’orizzonte che si ripete.
E io ballo…

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DRING,  fermata prenotata.
DRING, il pane è pronto.
DRING, offerte dell’aereo.
Fai la brava!

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Mi lavo i capelli.
E il profumo dello shampoo,
sostituirà il profumo del tuo cuscino.

 

L'autore

El Ghibli

El Ghibli è un vento che soffia dal deserto, caldo e secco. E' il vento dei nomadi, del viaggio e della migranza, il vento che accompagna e asciuga la parola errante. La parola impalpabile e vorticante, che è ovunque e da nessuna parte, parola di tutti e di nessuno, parola contaminata e condivisa.