Biografia
Tahar Dajout nasce a Oulkhou, in Kabilia, nei pressi di Algeri, l’11 gennaio 1954. Si laurea in matematica nel 1977 e nel 1985 consegue un dottorato in giornalismo all’Università di Parigi VIII. Giornalista, scrittore e poeta francofono, il 26 maggio 1993 è vittima di un attentato. Muore all’ospedale il 2 giugno 1993, a 39 anni.
Bibliografia
Prosa:
L’exproprié (Algeri, Sned, 1981), Les chercheurs d’os (Parigi, Seuil,1984), L’invention du désert (Parigi, Seuil, 1987), Les rets de l’oiseleur (Algeri, Enal, 1984), Les Vigiles (Parigi, Seuil, 1991).Poesia:
Solstice barbelé (poesie 1973-1974), Sherbrooke (Québec), ed. Naaman, 1975; L’Arche à vau-l’eau (poesie 1971-1973), Parigi, ed. St Germain-des-Prés, 1978; Insulaire & Cie (poesie 1975-1979), Sigean, Editions de l’Orycte, 1980; L’oiseau mineral (poesie 1979-1981), Algeri, L’Orycte, 1982; L’etreinte du sablier (poesie 1975-1983), Orano, Centre de Documentation des Sciences Humaines, 1983; Les mots migrateurs, une anthologie poetique algerienne, Algeri, Office des Publications UniversitairesOpere postume:
Pérennes (poesie 1975-1993), preceduto da “Pour saluer Tahar Djaout” di Jacques Gaucheron, copertina e disegni a china di Tibouchi, Parigi, “Europe/Poésie, Le Temps des Cerises”; Le dernier été de la raison (romanzo), Parigi, Seuil, 1999; La Kabylie, Paris-Méditerranée, 2001Curiosità
Lo scrittore indiano Salman Rushdie si è interessato al caso Djaout. Probabilmente spinto da solidarietà personale (Khomeini dichiarò una fatwa su di lui, ovvero una condanna a morte secondo la legge islamica, in terra iraniana, dopo la pubblicazione de I versi satanici. Il romanzo destò l’ira dell’ayatollah per via dell’approccio critico e laico al testo coranico. Alcuni dei traduttori del romanzi furono minacciati e uno di loro fu ucciso), fu lui a presentare il documentario Shooting the writer alla BBC. Inolre, nel suo romanzo Shalimar il clown, vi è un brano dove appare il personaggio di uno scrittore che viene freddato brutalmente da fondamentalisti religiosi perché accusato, in quanto parlante francese, di essere empio, blasfemo, venduto all’occidente.