Recensioni

Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario

Amara Lakhous
Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario
e/o    2013

raffaele taddeo

E’ uscito da pochi giorni l’ultimo romanzo di Amara Lakhous  il cui titolo richiama il famosissimo “Scontro di civiltà…”; in questo caso il termine usato è “contesa”. Come nei precedenti  romanzi, anche in questo ci si trova di fronte ad investigazioni, ad intrighi.

La caratteristica però in questo romanzo è che le storie sono tre che si intrecciano e si inseguono. La prima, quella del maialino, quasi comica, mette in risalto tutta la goffaggine della assurde contese basate su principi religiosi, ideologici, razzistici. Uno scherzo di ragazzi rischia di diventare un casus belli  che coinvolge più movimenti e più gruppi.  La seconda storia, più articolata e più significativa, riguarda la messa in scena da parte di  un giornalista (Enzo, il protagonista) di una faida fra albanesi e romeni  evidenziata dalla morte di quattro albanesi e tre romeni.  La terza, quella vera attiene invece al coinvolgimento  della ‘ndragheta nella morte sia degli albanesi che dei romeni, ma anche della sua oscura presenza su affari o malaffari nella città di Torino.

Il romanzo non propone una soluzione dei vari intrighi se non per la prima banale contesa del maialino. La tenebrosa incombenza della ‘ndragheta    pone un quesito. E’ l’anticipazione del successivo romanzo? La frase finale del libro “chine nàscia rutunnu non mora quadratu”, lo lascia presupporre. E’ la denuncia della irrisolvibilità (fatto tutto italiano) di tutte le questioni legate a mafia, camorra e ‘ndragheta?

 Il romanzo di Amara Lakhous si svolge con leggerezza. Affascina il lettore che non viene sopraffatto da storie angosciose o tortuose. Le levità della narrazione è  determinata in special modo dai continui interventi della madre  del protagonista che gli telefona spesso, pur essendo a distanza di moltissimi chilometri da Torino perchè dimora in un paese del meridione,  e gli raccomanda le più minuziose cure da adottare nella gestione della casa, perfino della scadenza dei cibi conservati nel frigo. La donna è informata di tutte le mosse del figlio da due persone, due donne anziane: una vicina di casa che Enzo chiama zia e la donna di servizio.  E’ così osservato e “protetto” che intervengono anche quando dovrebbe essere lasciato in pace,  così come avviene quando sta per concludere un  approccio amoroso con una donna.

Una sottile ironia, proprio per questi elementi, serpeggia in tutto il romanzo. Ironia della professione di giornalista: “Il novanta per cento delle notizie pubblicate quotidianamente è falso. Il cinque per cento non è verificato e soltanto il resto sono notizie vere”. Ironia sulla onnipresenza delle madri meridionali. Ironia su conflitti che si instaurano fra gruppi di persone. In questo caso un maialino, a cui si vuole addirittura conferire la dignità di maialino italiano se non padano.

L’ultimo aspetto da sottolineare è quello dalla pluralità del registro linguistico, da quello dialettale, che fa capolino di tanto in tanto, a quello specialistico del giornalismo, a quello della parlata popolare quotidiana.

27 maggio 2013

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".