Recensioni

Crescere diritti

Mercedes Mas Solè
Crescere diritti – Guida pratica di educazione alla mondialità
Terredimezzo   2008

raffaele taddeo

Già dall’inizio degli anni ’90 nella scuola italiana di ogni ordine e grado iniziò un processo di presa di coscienza della presenza di nuovi cittadini, provenienti dai diversi luoghi della terra. Ci si trovava impreparati su due campi di azione: il primo era quello di far assumere consapevolezza ed educazione alla mondialità ad alunni italiani che man mano percepivano il disagio che si creava nei loro genitori e mostravano timide diffidenze nei confronti dei nuovi venuti; il secondo (un po’ più tardi nel tempo) era quello di saper gestire classi in cui erano presenti ragazzi immigrati o figli di immigrati. Si avvertiva la difficoltà della scuola a far fronte a questi impegni. L’Italia era stato un paese di emigrazione,  verso paesi dell’Europa, ma anche di altri continenti. Ma era stato anche un paese a forte processo di migrazione interna che non era stato privo di forti conflitti, incomprensioni, rifiuti. La scuola nelle Regioni settentrionali  aveva dovuto rispondere alla diffidenza che si era creata verso il meridionale e attrezzarsi per una educazione che facesse sentire tutti appartenenti ad un’unica Nazione che stava sviluppandosi con enormi contraddizioni, ma con una storia comune di obiettivi sociali, civili ed economici.
La metabolizzazione di tutto il processo migratorio italiano era  appena avvenuta che la società e la scuola si trovò di fronte a quest’altro fenomeno, non prevedibile, non previsto, che trovò tutti impreparati sia sul piano normativo che culturale e formativo
In questi casi, come è normale in una società sana, sorsero degli anticorpi che sovvenirono alle carenze del sistema educativo.  Sorsero associazioni, ong, che si proposero il compito di offrire al sistema scuola strumenti di educazione alla mondialità, alla interculturalità
Il gruppo “i fratelli dell’uomo” fu attivo fin dai primi anni ’90, distinguendosi per serietà di progetti, ma anche “mani tese”, con i suoi quaderni forniva strumenti di riflessioni e pratiche modalità didattiche di intervento.
Da allora gli insegnanti sempre più hanno fatto ricorso a competenze esterne per poter offrire  educazione alla accettazione e collaborazione con i nuovi cittadini che man mano da piccoli gruppi incominciavano ad essere sempre più visibili e a far sentire consistentemente la propria presenza nelle scuole.
Sono nati metodi, esperienze, strumenti, frutto del diverso approccio alla educazione alla intercultura, veicolati spesso anche da stranieri, singoli o riuniti in associazioni.
Crescere diritti edito da “Terre di mezzo”, raccoglie gran parte di queste esperienze proposte e attuate nella scuola, diverse nelle metodologie e per differenti gradi di scuola.
Tuttavia il testo offre qualcosa di più che non esperienze verso l’educazione interculturale e alla mondialità, perché la curatrice riorganizza  i  suggerimenti didattici secondo una scansione  di problematiche che riguardano i problemi complessi dell’odierna società a livello internazionale e italiana. Si tratta infatti del problema dell’acqua, dei problemi della salute, dell’istruzione, dell’informazione , ecc. Sono temi che sempre più si sono imposti come fondamentali alla comprensione del mondo  attuale e che ancora una volta ha trovato la scuola impreparata, incapace di inserirli nei curricula normali delle varie discipline. Anche su questi campi associazioni hanno fornito strumenti, consulenza, supporto.
Da questo il titolo del libro “crescere diritti”, che sottolinea due aspetti importanti a livello formativo. Col primo si intende che una persona, in qualunque parte del mondo viva, a qualunque comunità appartenga,  è prima di tutto portatrice  di diritti: alla  salute, all’acqua, alla istruzione, ecc; ma poi si intende anche sottolineare che una persona vive in una società nei confronti della quale ha dei doveri, delle responsabilità, perché la qualità di vita dell’intera società  dipende da ciascuno di noi e dal grado di consapevolezza che si ha dell’apporto di ciascuno di noi nei confronto degli altri.
Questo il pregio del volumetto che si offre come strumento insostituibile a docenti impegnati in  scuole di ogni ordine e grado.
Pongo come interrogativi alcune questioni che vanno prese in considerazione: a) le problematiche proprie del nostro tempo non necessitano una revisione curriculare delle singole discipline che in qualche modo le comprenda? b) E’ opportuno e didatticamente corretto che ci siano sempre i mediatori culturali ad affrontare questi argomenti? c) Non è opportuno che si ripensi complessivamente ad una didattica più attiva   che faccia tesoro delle  metodologie individuate e utilizzate per le esperienze descritte?
Il libro è  utilissimo per operatori scolastici e non. L’importante è che gli argomenti trattati non siano affrontati con episodicità o marginalmente nelle scuole.

Aprile ’09

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".