Alexander I. Herzen
Dall’altra sponda
Ortica Editore 2011
Sabatino Annecchiarico
Nel biennio 1848-49 tutta l’Europa è scossa politicamente e socialmente; interi Stati si trascinano in guerre fratricide di dimensioni tali da rendere quel biennio un vero snodo nella storia continentale.
Questo periodo fu preceduto da una fase di forte crisi economica, di tipo congiunturale, che ha indotto intere popolazioni a spingersi a trasformazioni sociali e istituzionali.
In quei due anni insorsero i palermitani nel Regno delle Due Sicilie; ci furono le manifestazioni liberali a Napoli e la fuga di Papa Pio IX a Gaeta. In Germania, con l’emergente classe operaia, si sollevano i liberali mettendo in difficoltà la borghesia tedesca; poi la questione della Grande Germania con o senza l’Austria; i Prussiani; l’Impero Asburgico; le manifestazioni di Vienna; gli insorti di Venezia; le Cinque Giornate di Milano contro gli austriaci dopo i fatti di Vienna e Venezia; il Congresso Slavo di Praga con il Panslavismo; l’indipendenza dell’Ungheria; l’insurrezione del Regno Lombardo-Veneto contro l’impero Asburgo. Sono questi solo alcuni degli eventi sociopolitici europei del biennio.
Nel ciclone dell’Europa si trova in particolar modo Parigi, a seguito dalla dominazione napoleonica e del periodo della Restaurazione conservatrice cattolica che aveva riportato l’Ancien Régime dopo la Rivoluzione Francese.
La sollevazione del ’48 del popolo parigino, con operai, contadini, media borghesia e studenti, estromette Luigi Filippo e proclama la Seconda Repubblica. In seguito esplodono i conflitti tra una borghesia atterrita e il popolo, un conflitto ripreso nel sangue con migliaia di morti e deportati, cancellando ogni loro sogno emancipatore. Poco dopo, assume il potere Luigi Napoleone Bonaparte che riporta il paese alle politiche di destra, intervenendo persino militarmente assieme agli eserciti spagnoli, austriaci e napoletani contro l’effimero Stato democratico della Repubblica Romana del ’48.
Immerso in questa sconvolgente realtà sociopolitica europea, il filosofo e scrittore moscovita, Alexander Herzen, uno dei più grandi intellettuali russi dell’ottocento, vive in esilio a Parigi.
Deluso della sua Russia Zarista e degli avvenimenti francesi, scrive proprio da Parigi l’opera Dall’Altra Sponda, pubblicata per prima volata in lingua tedesca nel 1850 e poi in russo nel 1853. Dopo oltre un secolo e mezzo, il saggio è nuovamente proposto a gennaio di quest’anno da Ortica Editrice, Società Cooperativa, di Aprilia.
Seguendo le pagine scritte da Herzen nell’Ottocento, il lettore potrà effettuare una sorte di confronto con l’Europa odierna e con la storia contemporanea in generale.
Nel marzo del 1848, in una lettera d’addio agli amici di Russia, Herzen scrive da Parigi che non può “varcare la frontiera russa, ora soprattutto che l’autocrazia, furiosa e atterrita da quanto avviene in Europa, soffoca con raddoppiato accanimento ogni vita intelligente…” (Pag.7).
In due dei capitoli del saggio, Herzen scrive due lettere, una “prima della tempesta” scritta a Roma nel dicembre del 1847 e l’altra, “dopo la tempesta” scritta da Parigi nel mese di luglio del ’48, in cui analizza senza sconti di critica le società europee che scrissero quella storia. “La libertà non avrà pace”, attacca Herzen, “finché tutto ciò che è religioso e politico non diventerà semplicemente umano e non sarà sottoposto alla critica e alla negazione” (Pag. 56). Sempre da Parigi, nell’ottobre dello stesso anno, esamina le forme di governo della Francia, che “in virtù del loro principio fondamentale, è incompatibile con la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza” (pag. 68).
In una lettera scritta da Zurigo nel dicembre del 1849, non risparmia neppure l’intera Europa, definendo il 1849 “anno di sangue e di follia, anno del trionfo della meschinità, della bestialità, della stupidità…”, per proseguire poi con un giudizio più afferrato, rivolgendosi all’Europa: “Dal primo all’ultimo giorno tu fosti una sciagura; nemmeno un attimo consolante, nemmeno un’ora di riposo! Dal ristabilimento della ghigliottina a Parigi, dal processo di Bourges, fino alle forche cefaloniche drizzate per i bambini; dalle pallottole con cui il fratello del re di Prussia fucilò i bavaresi; da Roma caduta sotto colpi di un popolo che ha tradito l’umanità, fino l’Ungheria venduta al nemico da un generale traditore della patria… tutto in te è marchiato del sigillo dell’apostasia. Ed è solo il primo gradino, il principio, l’introduzione, gli anni che seguiranno saranno ancora più infami, più feroci, più meschini…” (pag.147). Un’analisi che lontano dal torto fu presagio, come la storia lo dimostra, delle due grandi guerre, quella del 1914-1918 e quella del 1939-1945.
Herzen mette l’individuo e i suoi diritti al centro della storia. “La sottomissione dell’individuo alla società, al popolo, all’umanità, all’idea, non è che il prolungamento dei sacrifici umani” (pag. 173), e in questo senso, pone in relazione le responsabilità delle religioni e delle organizzazioni politiche a discapito dell’individuo: “Tutte le religioni hanno fondato la morale sull’obbedienza, cioè sulla schiavitù volontaria; perciò sono sempre state più nocive dell’organizzazione politica”, e conclude che “L’obbedienza implica nello stesso tempo il trasferimento di tutta l’indipendenza dell’individuo in sfera generale, impersonali, che non si trovano più sotto il suo controllo” (pag. 173) e dichiara ai suoi amici nella lettera d’addio che “Quando era in mio potere di disubbidire, e ho disubbidito. Sottomettersi contro la propria convinzione, quando esiste la possibilità di non sottomettersi, è immorale” (pag.10), lasciando questa ribellione in eredità a suo figlio Alessandro in una lettera scritta da Twickenham anni dopo, il primo gennaio del 1855: “non temo di affidare alle tue mani adolescenti questa protesta, a volte temeraria, di un’individualità indipendente contro un modo di vedere conservatore, servile e pieno di menzogne…” (pag.5).
Dall’altra sponda è un saggio carico d’impliciti riferimenti storici che esige al lettore uno sforzo maggiore per la comprensione del pensiero del filosofo. Forte nelle osservazioni e senza termini ambigui, l’autore compie un’analisi di un’Europa Ottocentesca che è utile al lettore per la comprensione della società europea odierna, considerando anche la propria “dualità” politica e morale sottolineata dal filosofo quando afferma: “…l’indigenza sfigura l’anima umana quanto la ricchezza” e “l’esclusiva preoccupazione dei bisogni materiali uccide le sue facoltà” (pag. 70).
07-09-2011