Questo testo teatrale rimette al centro il tema fondamentale della ricerca poetica di Božidar Stanišić . Negli altri generi letterari, poesia e narrativa, era possibile proporre lo stesso tema mediante simboli, metafore a volte senza affrontarlo direttamente anche perché un testo letterario non è un trattato filosofico che espone le tematiche secondo un ordine razionale ma mediante il figurativo. Nel testo teatrale diviene più difficile mantenere il figurativo nascosto o oscuro, in qualche modo deve essere più evidente perché nella scrittura c’è l’ipotesi della rappresentazione che necessita di specularità e spesso di trasparenza se si vuole arrivare con la comunicazione al cervello e al cuore di una persona.
In questo testo teatrale abbiamo due personaggi fondamentali che discorrono al telefono, più un terzo, appunto Orlando che è evocato.
Gli interlocutori che usano il mezzo del telefono per entrare in comunicazione, essendo nella finzione teatrale a distanze ragguardevoli, sono due vecchi amici, Ivan e Petar, ambedue fuorusciti dalla Bosnia nel momento in cui in quel posto scoppia la guerra. Ivan è in Italia, mentre Petar si trova in Canada. E’ un architetto con un suo ufficio. Ormai si può dire che è del tutto inserito nella società canadese e ha raggiunto anche i suoi scopi professionali. Proprio per questo avrà difficoltà a comprendere il sogno di Orlando, da loro conosciuto quando stavano fuggendo da Sarajevo. In questa occasione li aveva aiutati. Ora Ivan se ne dice preoccupato perché quell’uomo altruista, entusiasta che aveva conosciuto è del tutto mutato e ciò a causa di un sogno.
Ivan racconta il sogno di Orlando il quale si era visto nel futuro e anche in quel tempo le persone ancora erano imbesuite delle armi considerando poco la pratica della pace. Ad Orlando il sogno sembra dirgli che tutta la sua attività non ha sortito alcun effetto. Ma la nuova compagna lo incita comunque ad andare avanti e a non demordere.
Il senso di questa opera teatrale sembra essere proprio quello di uno scetticismo per uno futuro dell’uomo che nonostante tutte le guerre subite continua a pensare che le armi rappresentino la propria sicurezza. Sembra una sconfitta quasi definitiva se non ci fosse la spinta della donna a continuare comunque perché non tutto è perduto.
Ivan e Petar sono agli antipodi perché l’uno continua a impegnarsi per ilo pacifismo mentre il secondo ormai considera la strada dell’impegno sociale una perdita di tempo.
Sembrerebbe che possa essere stata la vita in Occidente a cambiare Petar, ed invece si scopre che in fondo era sempre stato così, un po’ superficiale e forse approfittatore.