Recensioni

Libri migranti

Melita Richter
Libri migranti
Cosmo Iannore Editore  pag. 268  € 15,00

raffaele taddeo

Duška Kovaćević quand’era piccola sognava, se fosse divenuta abbiente, una grande stanza con tanti scaffali piena di libri. La testimonianza della scrittrice di origine croata mi ha fatto venire in mente un sogno analogo che facevo da fanciullo o adolescente, non ricordo di preciso l’età. Invece di scaffali mi immaginavo di poter realizzare, divenuto abbiente, un’abitazione con una grande sala con attorno addossati alle pareti non scaffali ma contenitori-librerie di vetro che le percorrevano tutte, vedere i contenuti, ma passavano anche sotto le finestre. Anch’io ho sognato una libreria. Ho confrontato il mio sogno con quello della scrittrice di origine croata.
In questa possibilità di confronto con la propria esperienza, con le letture fatte quand’ero bambino, col cercare di ricordare quali fossero i libri che circolavano in casa, ed invece quasi siano stati quelli che hanno forgiato la mia esistenza sta tutta la bellezza e positività di questo volume organizzato con molta pazienza e sagacia da Melita Richter.   A me i libri non mi hanno fatto viaggiare, ma mi hanno fatto incontrare gli altri, i loro pensieri, i loro sogni e desideri. Quando insegnavo dicevo ai miei allievi che l’unico modo per poter leggere con efficacia Dante era quella di confrontarsi, verso per verso, con lui e cercare di comprendere, al di là della narrazione, che cosa il sommo poeta voleva dirci.
Il testo Libri migranti induce a questo confronto, a questo dialogo, a cercare se i libri che sono stati importanti per la nostra crescita lo sono stati anche per altri e per i tanti altri. Si leggono allora con piacere nomi di scrittori e poeti conosciuti e con curiosità si leggono anche quelli sconosciuti  perché propri di altre culture, di altri territori.
Tante brevi autobiografie  si sfogliano con voracità perché non riguardano fatti ed esperienze non riconoscibili, ma comuni a tutti coloro che si trovano spesso fra le mani libri che li accompagnano, li consolano, li divertono, procurano loro insegnamenti determinanti, aprono loro la mente, li liberano insomma.
Il particolare di queste autobiografie però è il rapporto tra il  migrare e i libri. Quanto grande è stato il dolore per aver dovuto lasciare dei libri? Quali libri invece hanno sostituito quelli lasciati? In non poche testimonianze è immediatamente percepibile la sofferenza per aver dovuto abbandonare i libri, a volte a parenti, qualche volta con la certezza che sarebbero andati perduti. In non pochi la sostituzione non è avvenuta così tranquillamente.
Con piacere ho riscontrato che alcuni autori sono stati letti quasi da tutti, in special modo Dostoevskij, ed ancora una volta mi ha  incuriosito  sapere se i miei scrittori interlocutori presenti in Libri migranti avevano privilegiato I fratelli Karamazov o L’idiota. Non tutti hanno espresso una scelta e tuttavia la comune esperienza di lettura ha permesso di percepire quasi  una omologa tensione alla vita fatta dalle problematiche care all’autore russo.
Lettura, libri e libertà vanno di comune accordo. Senza libri non si può essere veramente liberi, senza lettura non si apprezza il senso della libertà. Ma libertà è essere uomo.  In tutto il testo si respira quest’aria di libertà che solo la lettura e i libri possono dare.

Una annotazione finale. La migrazione molto spesso si accompagna a mutazione di gusto, di approccio culturale, spesso è espressione di un cambiamento interiore di pensiero di atteggiamento di vita, di riferimenti ideali. Coloro che leggono sono i più soggetti a questi mutamenti. Ma la caratteristica del lettore è quella di essere intenzionalmente aperto (intenzionalità alla San Tommaso d’Aquino) ad ogni   cambiamento che liberi l’io e lo emancipi da ogni condizionamento. Ogni lettore è perciò in sé un migrante se non fisico, mentale.

1 gennaio 2016

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".