Recensioni

L’inondazione

Adrian Bravi
L’inondazione
nottetempo   2015    € 13,00

raffaele taddeo

Se non fosse che il personaggio che tratta Adrian Bravi assume la caratteristica della mutabilità e non quella dell’epicità questo testo più che un romanzo potrebbe dirsi un lungo racconto. In questa narrazione si può dire che unico è il protagonista perché altri sono veramente di contorno e molto secondari rispetto a Morales. E’ necessario perciò per fare un minimo di analisi indagare le sue caratteristiche e i sensi che assumono nello sviluppo della vicenda.
Una prima constatazione da fare è che questa volta l’ironia che tanto spesso è stata presente nei precedenti romanzi pur velati di malinconia e tragicità in questa narrazione è quasi, se non del tutto, assente. Molto spesso Adrian Bravi ha giocato con l’autoironia per dare quel tocco di levità ad ogni romanzo. Questa volta il personaggio sembra rattristato, melanconico ed anche nei passi dove più facilmente si sarebbe potuto avventurarsi con l’ironia, come nei colloqui che Morales tiene con la madre defunta, essa non scatta perché ogni suo atto rimane attanagliato alla sua condizione di solitudine.
Quali sono allora gli aspetti più significativi di questo unico singolare personaggio? Un primo elemento è proprio quello della solitudine; Morales è un solitario e nei confronti degli altri se non prova proprio odio certamente non mostra nessuna benevolenza né fa qualche tentativo di entrare in significativi rapporti. La solitudine che forse c’era anche prima dell’alluvione viene rafforzata ed esaltata proprio dal questo evento che per tutti è una tragedia per lui è una sorta di liberazione e di autoaffermazione. Tutti vanno via dal paese ad eccezione di lui. Né si spaventa quando scopre che ci sono degli alligatori che potrebbero diventare pericolosi, anzi riesce a catturarne uno e a proteggerlo forse perché tenendolo prigioniero riesce a condizionarlo. La solitudine di Morales è l’espressione della incommensurabile solitudine di ciascuno di noi che viene mascherata dalle più strane forme perché essa ci fa paura ed è una sorta di morte che ci accompagna costantemente. Morales sa che l’alluvione ad un certo punto scemerà e riappariranno case, alberi, strade, tutte cose che ora sono ora al di sotto della acque portate dalla inondazione. A quel punto la sua solitudine cesserà e sarà per lui una tragedia maggiore dell’inondazione stessa.
Un secondo elemento riguarda la missione civile che Morales si assegna. Egli si erge a difensore del sito anche se ora è solo una distesa d’acqua. Non può permettere che le case, i terreni possano essere venduti o svenduti per farne opera di speculazione perché quelle case appartengono a delle persone specifiche che necessitano per la loro sopravvivenza di quelle case e di quei terreni. Si assume la parte di investigatore per capire se veramente ci siano degli intenzionati ad acquistare tutto il sito ponendosi come unico difensore nel caso gli altri dovessero cedere alle lusinghe degli speculatori. La singolarità del personaggio sta proprio in questo ossimoro narrativo: Morales è un misantropo, odia gli altri eppure è l’unico difensore dei diritti degli altri.
Un ulteriore aspetto da prendere in considerazione rispetto alla narrazione riguarda lo spazio e il tempo. Lo spazio considerato è un elemento fluido, che non riesce ad essere definito ed identificato, contornato e neppure quindi anche descritto. Sono punte di alberi o spuntoni che la barca urta a delimitare lo spazio. E’ uno spazio incerto, liquido, come è liquida la società dei nostri tempi che non riesce a trovare punti d’appiglio. Anche le tombe non riescono ad avere una riconoscibile collocazione coperte come sono d’acqua.
infine il tempo considerato è limitato, pochi giorni, il tempo necessario a che l’acqua defluisca. Anche in questo il romanzo di Adrian Bravi è in qualche modo diverso dai precedenti che avevano bisogno di dilatarsi nel tempo per una descrizione più puntuale delle idiosincrasie dei personaggi; nel caso di Morales proprio l’assenza di particolarità del suo carattere permette al narratore di poter costringere il tempo. E proprio l’assenza di particolari modi di essere del personaggio fanno sì che l’attenzione si fermi al senso di tutto il fatto narrativo, al chiedersi perché dopo aver difeso così strenuamente le case sommerse, quand’esse riemergono a lui non interessano più. Non interessa la ricostruzione della città e neppure la sua casa. Quando la città era al di sotto delle acque Morales era l’unico, ora che sono ritornati gli altri egli non è più l’unico ma uno dei tanti e questo a lui non interessa.

L'autore

Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".
In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".