Quando camminavo per strada,
folle di scacchisti mi strisciavano dietro
e mentalmente decidevano le loro mosse
sui miei pantaloni.
E quando arrivavo a teatro,
tutte le bambole guardavano Arlecchino
e con cura nascondevano i fili
per dar strattoni a braccia e gambe.
E quando mettevo dietro la schiena le mani,
erano come bouquet bianchi,
dispiegati su un tappeto azzurro,
e sospirava Colombina dal balcone per me
quando tornavo a casa.
E quando mi sfilavo i pantaloni,
Colombina diceva che le mie mani erano come
lappole su un suolo nudo.
Ma tutte le bambole si sposarono.
E ora in un castello svuotato
stiamo su un vecchio divano con un Rex bastardo,
beviamo caffè, sgridiamo i gatti siamesi
e leggiamo i versi di Evtušenko.
20 ottobre 1958
Podmoskov’e, pos. Krasnaja Pachra,
dača V. R.
Traduzione di Roberta Sala