S’alza il corbaccio
e con le ali spinge il mondo in basso,
perché la terra si fa una ragione
di se stessa prima attraverso i suoi uccelli,
profilandosi sulle identità dei giorni,
familiarizzando con la pioggia.
S’alza il corbaccio
e abbassa la terra fino a noi come esca,
perché è nostra, e nella sua saggezza, con calma,
aspetta aspetta aspetta
con gentilezza, finché abbiamo finito noi stessi.
S’alza il corbaccio
rimuove se stesso dal mondo
o il mondo da se stesso,
destreggiandosi attraverso il basso azzurro difficile
finché egli è tutto cielo. S’alza fioco, accigliato con
il collo di posta. Coccio della notte, che si immerge celere:
“Preda preda preda!” dice. I suoi affari
sono ciò che gli restano.
Traduzione di Angela Caputo