Parole dal mondo

L’uomo è ubriaco

L’uomo è ubriaco
e in ginocchio stringe
la cornetta del telefono
Nell’anticamera si sta stretti per via degli scarponi
e delle pellicce cadute
È ubriaco e debole
e non è tenuto
a essere affettuoso e delicato
A terra accanto al telefono
Stringe la cornetta e ansima

            Lei legge in inglese
            Lei lecca un gelato
            Lei quasi non lo sente
            C h e g a m b e c h e h a l e i

La giacca di lui è appesa al lampadario
sopra l’Alazanskaja dolina(1)
e un bicchierino affoga nella salamoia

            Lei non può domani alle tre
            alle quattro alle otto all’ alba
            lei non può senti basta
            Lei si è già quasi svestita
            lei è quasi a letto
                         Lei che

una ciocca
attraversa un bracciolo
un ginepro dell’Alatau alghe marine remi e fragole sullo scoglio
lui rievoca tutto da capo passa la notte su una nuvola e
al club(2) e l’eco di scongiuri
dei lupi avvolge il filo in un unico
cordone

Portano a tavola il primo
            Polso d’alta classe
            Sua Maestà Celeste
            perde il futuro e l’eternità
            attaccata a un apparecchio telefonico

L’uomo mente
come un procuratore
ansima e si scalda
come un rotore
e di nuovo compone il numero
e squaglia la cornetta nel pugno

            suona a vuoto
            Lei non sente
            lei disegna su una copertina
            lei tace
            lei non vuole
            lei
            Lei ora viene

Traduzione di Roberta Sala

Note
[1] Denominazione di un vino bianco prodotto in Georgia
[2] È presente un gioco di parole, in quanto il termine russo клуб assume sia il significato di club, associazione, che quello di nube.

 

versione in lingua originale

L'autore

Nina Iskrenko

Nina Iskrenko nacque a Petrovsk nel 1951, anche se trascorse gran parte della sua vita a Mosca. Condusse i propri studi presso la facoltà di fisica dell’Università Statale di Mosca, e dopo la laurea si dedicò alla traduzione di testi tecnico-scientifici dall’inglese al russo, nonché di poesie americane contemporanee. Iniziò a comporre versi a partire dagli anni ’70, anche se fino al 1988 non poté pubblicare in via ufficiale a causa della rigida censura sovietica, e fu dunque costretta a cercare mezzi alternativi per la diffusione dei propri scritti, in particolar modo il samizdat. Verso la fine degli anni ’80 la Iskrenko aderì al Klub Poezija, grazie al quale riuscì a pubblicare i suoi primi versi su riviste letterarie ufficiali quali, per esempio, Junost’, Avrora, Rabotniza, Voym e 22. In seguito, nel 1991, in Russia uscirono due raccolte poetiche composte dall’autrice stessa, intitolate Referendum [“Referendum”][1] e Ili: stichi i teksty [“O: versi e testi”][2]. Nello stesso anno la scrittrice pubblicò a Parigi un altro libro di versi, Neskol’ko slov [“Qualche parola”][3], mentre nel 1995, poco prima della sua morte, negli Stati Uniti uscì la raccolta The right to err[4]. È opportuno sottolineare che Nina Iskrenko si occupò delle spese di pubblicazione di tutte e quattro le opere. Intorno al 1994 la poetessa si ammalò di cancro e un anno dopo, nel 1995, morì all’età di soli 44 anni. Prima di quella data divise in brevi raccolte, in tutto ventisette, i versi composti dalla fine degli anni ‘80 fino a poco prima della morte, associando a essi anche alcune raffigurazioni che realizzò personalmente. Inoltre, alcune di queste piccole antologie contengono passaggi più o meno brevi scritti in prosa: si tratta di racconti sintetici e di pagine tratte dal diario della poetessa (riunite nel libro O glavnom. Iz dnevnika Niny Iskrenko [“L’importante. Dal diario di Nina Iskrenko”][5]). A partire dal 1996, i letterati che furono vicini alla Iskrenko in vita pubblicarono postume undici raccolte dei suoi versi fino ad allora inediti: Interpretacija momenta: Stichi i teksty. 23.09.91- 11.02.92 [“L’interpretazione di un momento: Versi e testi. 23.09.91-11.02.92”][6]; Neposredstvenno žizn’: Stichi i teksty. 22.12.92-31.08.93 [“La vita esplicitamente: Versi e testi. 22.12.92-31.08.93”][7]; O glavnom (Iz dnevnika N. I.); Rasskazy o ljubvi i smerti: Žitie Lysogo i Vermišeli. 8-1.12.92 [“Racconti d’amore e morte: La vita di Lysogo e Vermišeli 8-1.12.92”][8]; Stichi o rodine: stichi i teksty. 3.03-24.11.92 [“Versi sulla patria: versi e testi. 3.03-24.11.92”][9]; Izbrannoe [“Opere scelte”][10]; Gosti [“Gli ospiti”][11]; Znaki vnimanija. 2.08.90-3.06.91 [“Segni d’attenzione. 2.08.90-3.06.91”][12]; U nas i u nich. Janvar’- avgust’ 1990 [“Da noi e da loro. Gennaio- agosto 1990”][13]; Vsё! [stichotvorenija] ijul’-dekabr’ 1989 [“Tutto! [poesie] luglio-dicembre 1989”][14]; Veši, s kotorimi nužno smirit’sja. Pervaja polovina 1989 [“Cose, a cui dobbiamo arrenderci. Prima metà”][15].
[1] ISKRENKO, Nina J., Referendum, Mosca, Izdatel’stvo Moskovskij Rabočij, 1991. L’opera include i versi composti dalla Iskrenko tra il 1986 e il 1988;
[2] ISKRENKO, Nina J., Ili, stichi i teksty, Mosca, Izdatel’stvo Sovetskij Pisatel’, 1991. Nella raccolta sono presenti versi composti dalla poetessa tra il 1988 e il 1990. Il titolo originale dell’opera è Dlja čistoj pravdy [“Per la pura verità”], a riprova della sincerità e dell’onestà proprie dei componimenti della Iskrenko, come sottolinea Sveta Litvak in un saggio inserito nella prefazione di O glavnom.
[3] ISKRENKO, Nina J., Neskol’ko slov, Parigi, Amga, 1991.
[4] Iskrenko, Nina J., The right to err, Colorado Springs, Three Continents Press, 1994. La raccolta di versi The right to err, il cui titolo originale è Pravo na ošibku, venne tradotta in inglese dal poeta americano John Hay, il quale fu molto legato a Nina Iskrenko dal punto di vista sia artistico che personale. La collaborazione tra i due letterati fu costante e proficua a partire dal 1989 fino alla morte dell’autrice. La Iskrenko fu più volte ospite del poeta a San Francisco, dove venne a contatto con la cultura underground americana e con vari letterati appartenenti a laboratori sperimentali. Allo stesso modo, Hay trascorse un periodo di ben tre anni a Mosca, elaborando progetti artistici interessanti e di successo insieme all’autrice russa. L’esito naturale di tale collaborazione fu la traduzione da parte del poeta californiano della raccolta di versi della Iskrenko; la scrittrice, a sua volta, si occupò della resa in russo dell’opera di John Hay Vvol’ po eё bedru, che fu pubblicata a Mosca nel 1993 presso la casa editrice Novaja Junost’. Nel saggio intitolato Primečanija Perevodčika [“Nota del traduttore”], posto nell’introduzione alla raccolta di versi O glavnom (op. cit.), l’autore americano apre una brave parentesi sulla traduzione, facendo riferimento alle lunghe discussioni che egli intrattenne con Nina Iskrenko a tal proposito. Certamente, il processo traduttivo è in grado di creare un ponte tra lingue e culture differenti, ma spesso costringe il traduttore a sacrificare elementi ritmici, metrici e semantici, o addirittura ad arrendersi di fronte all’intraducibilità di alcuni frammenti. Hay sottolinea come, nel riscrivere in americano i versi della poetessa russa, egli abbia tentato di mantenere l’anima di Nina, pur non presentando una traduzione completamente fedele all’originale.

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